La missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati

La missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati
Il territorio della missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati, a nord della Guinea-Bissau e confinante con il Senegal.

21 giugno 2013

News from Bigene 6: maggio 2013

1 Maggio 2013 - 1 maggio a Bigene? Gita al bosco di palme sulla strada tra Ponta Nobo e Baro Garandi. Missionari in gita? Non si possono lasciare da soli in mezzo al bosco! Giovani amici di Baro e di Ponta Nobo ci accompagnano in questa scampagnata gioiosa. Gioiosa? Certo! Guarda l'espressione di suor Nella! Riesce a distrarre metà compagnia, comprese le due "fanciulle" italiane che sono al loro ultimo giorno a Bigene. Domani partenza per Bissau, e nella notte il volo per Casablanca e Roma. Una bella giornata, in mezzo al verde e a questa vegetazione per ammirare le bellezze di Dio Creatore.

Primo incontro comunitario con gli abitanti di Baro Garandi. Mi ero recato in questo villaggio solo una volta, assieme a Giovanni Mirenna, nell'ottobre 2011. Oggi siamo ritornati a incontrare questo villaggio, che si è riunito per chiederci quello che già immaginavo: Chiedono aiuto per educare i loro bambini con una scuola e per ricevere la prima evangelizzazione dalla chiesa cattolica. Non possiamo non rispondere, vero amici????

2 Maggio 2013 - A Bissau, per accompagnare Maria Antonietta e Francesca in aeroporto. Hanno deciso di tornare a Foggia. Non sono rimaste contente di Bigene.....
Francesca e Maria Antonietta stanno per imbarcarsi a Bissau, per Casablanca e poi Roma. Qui sono assieme a Giusi. Ringrazio il Signore per la loro preziosa presenza a Bigene nei giorni scorsi. Giorni pieni di gioia e condivisione. Non ho mai fatto nessuna foto agli amici che ripartivano, ma loro lo meritano: siamo amici, amici veri, da almeno 23 anni. Una ultima foto dentro l'aeroporto di Bissau la meritano! se potete, tornate, e portate altri amici....

5 Maggio 2013 - Don Marco: Ieri sera Padre Ivo mi ha lasciato fuori casa mia..... Spieghiamo:
ore 19:00 Rosario in parrocchia. Fin qui tutto normale, ma dopo il rosario ci sono le prove di canto. Resto io visto che non conosco i canti ed è comunque un momento per vedere e ricordare un po' di visi. Padre Ivo torna a casa.
Ore 20:00 Torno a casa ed arrivato davanti il portone grande ....... trovo chiuso.
Per chi non conosce la situazione la casa dei padri è in un terreno abbastanza grande dove c'è la scuola e il centro nutrizionale, ma la casa dei padri è l'edificio più lontano dal cancello e desisto dall'idea di urlare per chiamare Padre Ivo perfino io, che ho una voce possente.
E' buio pesto, non ho con me né una torcia, né le chiavi, né il telefono (chi mi conosce sa perché!)
Unica decisione logica: vado dalle suore, faccio chiamare Padre Ivo e torno verso casa.
Lungo la strada non si vede niente. Non c'è la luna in cielo e la cosa più chiara che si muove per strada sono io. Non riesco neanche a vedere il volto di chi mi passa vicino che naturalmente con naturalezza mi saluta e a cui io rispondo... (chissà se lo conoscevo)
Neanche 200 metri ed incontro una torcia amica. E' Vitor, una delle guardie notturne, ma oggi non è il suo turno. Mi accompagna molto gentilmente con la sua torcia a casa di Alfredo che è più vicina della casa delle suore e che dovrebbe avere le chiavi del cancelletto esterno. Ma non le ha! Ha però la felice idea di chiamare lui Padre Ivo e di risolvere la situazione. Morale della favola...
Ho potuto ammirare uno spettacolo che ho sempre ammirato ma mai così: il cielo stellato. Non ci sarebbero descrizioni che gli farebbero onore e neanche foto, nonostante la nostra tecnologia sia andata molto avanti. Quante stelle.... da togliere il fiato. Il cielo in Italia non è così (ne ho visti di cieli stellati belli).
Il mio pensiero da prete è andato ad Abramo... chissà dopo la promessa quante volte lui abbia veramente provato a contarle...

7 Maggio 2013 - Don Marco: "Oggi finiamo un grande lavoro... Abbiamo messo in ordine i container che contengono il materiale mandato da Foggia (quaderni, penne, matite, sapone, ecc.) Grande fatica, lo si vede dal sudore di Don Ivo. Non si vede il volto, ma vi assicuro che è veramente contento!"

8 Maggio 2013 - Villaggio di Sanò 2: la nuova comunità cristiana del villaggio di Sanò 2 ringrazia gli amici italiani che hanno messo nel container questi bellissimi berrettini rossi. vi assicuro che abbiamo fatto centro!!! penso che distribuirò anche gli altri che sono rimasti (sono tanti: alcune centinaia) negli altri villaggi. servono!!!

10 Maggio 2013 - Primo mese di vita comune con don Marco. Come va la convivenza? Direi bene. A parte le porte che continua a sbattere tutti i giorni, sono contento della sua presenza a casa foggia. Complimenti alla sua mamma: ha fatto un bravo figlio! Poi, se lui è contento di me, dovete chiederlo a lui...."

Don Marco: "Oggi è un mese qui in Guinea Bissau.
Un mese che ho iniziato la mia esperienza che sinceramente non mi sembra ancora.
Un mese che faccio fatica a comprendere le parole ed esulto per una nuova parola imparata che dopo 5 minuti ho già dimenticato.
Un mese che sento l'attenzione delle persone che incontro, ma con cui faccio fatica a condividere.
Un mese che sbatto le porte e sento "Bon Dia" o "Boa Tarde" quando lo faccio (il modo semplice e pacato con cui Padre Ivo mi fa notare la cosa).
Un mese che mi sto abbronzando solo il braccio destro fuori dal finestrino nei lunghi e movimentati trasferimenti verso i villaggi.
Un mese che dormo sotto una zanzariera e brucio la mia immondizia ogni mattina.
Un mese che mi lavo con l'acqua calda ed alle volte bollente (dipende dall'orario).
Un mese ed avrò imparato una 30ina di nomi (nella prima messa qui a Bigene ho detto che voglio conoscere tutti i loro nomi).
Un mese che mangio Cadju e qualche settimana che mangio Mango (che buono!!!).
Un mese e non ho ancora incontrato tutti i villaggi della missione che vivono la catechesi.
Un mese e non si è ancora stancata la mano da agitare quando passiamo per i villaggi per salutare i bambini e non solo.
Quante cose sono cambiate della mia vita in un mese e quante ancora dovranno cambiare, mi chiedevo infatti come sarà cambiata questa lista quando dovrò scrivere "Oggi è un anno qui in Guinea Bissau". Una cosa per ora resta: la gioia di vivere e condividere".

11 Maggio 2013 - Villaggio di Saiam Balanta. La nuova scuola di Saiam Balanta è completata nei suoi muri. I bambini adesso aspettano il tetto, prima che arrivino le piogge. Certo, ci sono solo i muri, e niente altro. Ma così inizia una scuola nei villaggi di Bigene. Poi arriverà il tetto, poi le porte e le finestre, poi il cemento sul pavimento, poi il cemento sui muri, poi il colore, poi i banchi. Poi la lavagna.... Ops! La lavagna già c'è! Per il resto, seguiteci e vedrete come procediamo per aiutare questi ragazzi.
Questo è il nuovo alunno alla nuova scuola di Saiam Balanta: dice che gli piace guardare fuori dalla finestra...

Una scuola per tutti" è il nostro progetto per costruire scuole comunitarie nei villaggi della missione di Bigene. Per aiutare centinaia di bambini che VOGLIONO andare a scuola, per sostenere le spese necessarie ad un minimo arredo dentro le aule, per permettere una educazione che è alla base dello sviluppo di ogni popolo. Ti chiedo di aiutarmi ad aiutare.

12 Maggio 2013 - Domenica intensa nei nostri villaggi di Bigene. Adesso che siamo in due sacerdoti, possiamo servire più ampiamente i nostri cristiani che chiedono di pregare assieme nella S. Messa domenicale. Don Marco celebra a Farea e a Facam, io a Bigene e a Baro. Sarà così (alternandoci) per i prossimi tre mesi. La cosa straordinaria è che i battezzati sono pochissimi: la maggioranza dei fedeli che arrivano alle celebrazioni non è ancora battezzata. Ma vogliono stare con il Signore e con la comunità! Buona domenica e buona S. Messa anche a voi, cari amici."

14 Maggio 2013 - Centro Nutrizionale della Missione di Bigene. Ciao. Mi chiamo Alfusene Danfa. Sono nato il 23 giugno del 2012 nel villaggio di Concoli (missione di Bisoran). Mia mamma è morta dopo la mia nascita. La mia nonna mi ha potuto portare, con grossa fatica, fino a Bigene. Dobbiamo attraversare il fiume sulla canoa, e poi percorrere ancora tanti chilometri a piedi. Ma Bigene è più vicino di Bisoran, nonostante il fiume da attraversare. Ero già venuto al Centro Nutrizionale a prendere il cibo che viene distribuito ai bambini orfani. Ma da due mesi non sono più potuto venire. E adesso sono diventato un bambino denutrito grave. Lo vedete dalle mie braccia. Peso 4.140 kili: mi hanno detto che dovrei essere di 7 chili per essere un bambino in peso normale. Adesso prendo subito qualcosa da mangiare. Ma sembra che non sia sufficiente. Mi hanno detto che dovrò andare alla clinica della missione di Ingoré per essere curato e rinforzato. Mia nonna, che mi ha accompagnato, ha accettato l'invito che Joaquim mi ha fatto. Adesso torniamo a casa, e domani ci rimettiamo in cammino."

Mi vuoi aiutare? Qui, alla missione, ho trovato aiuto. Ci sono tanti bambini che vengono per prendere cibo, vitamine, cure. Io dovrò fare delle cure speciali. Ma sono sicuro che ce la farò. Sono tanti i bambini che sono usciti dalla malnutrizione. E voglio uscirci anch'io! Ciao, e pensami!

15 Maggio 2013 - Villaggio di Mansacunda Ovest. Questi sono gli anelli di cemento che vengono costruiti in superficie, e poi calati dentro il pozzo, per evitare che le pareti franino e per tenere l'acqua più pulita. Osservate lo sfondo meraviglioso: al centro del villaggio vi sono questi mango secolari, grandissimi, che riempiono la piazza principale di ombra, oltre che di frutti buonissimi. E poi sulla destra, quella costruzione: è la scuola del villaggio, dove vanno a studiare alcuni bambini che sono stati adottati da famiglie della parrocchia di S. Giovanni Battista (Foggia). penso proprio che questa sia una parrocchia esemplare, assieme a altre: non solo finanziano la costruzione del pozzo, ma anche adottano i bambini della scuola!!!

La comunità parrocchiale di S. Giovanni Battista (Foggia) è in attesa di vedere questa foto. Sono i fedeli di questa parrocchia storica della città di Foggia che stanno finanziando la costruzione di un nuovo pozzo al villaggio di Mansacunda Ovest. Ed ecco il lavoro in esecuzione, in diretta! La zona scelta dal capovillaggio è al centro del villaggio stesso: tutti devono poter accedere a questo pozzo e ci deve essere acqua sufficiente e pulita per tutti gli abitanti. Vi assicuro che il villaggio è in festa! Guardate bene la foto: è mezzogiorno, circa. L'ombra è perpendicolare, quasi non si vede. Guardate che giornata di sole pieno!

15 Maggio 2013 - Ma che razza di missionario sono?!?!
Che domanda strana mi passa per la mente. Una domanda provocata da due fatti accaduti oggi. La mia mattinata da missionario, e una telefonata con una persona a me cara e che mi riferiva di non sentirsi felice in quello che sta facendo. Capita. La mia risposta, dentro di me: “Ed io, sono felice in quello che sto facendo?”.
Vi descrivo rapidamente la mia mattinata. Forse è stata una mattinata eccezionale: non è che tutti i giorni mi capitano tutte queste cose assieme, una dopo l’altra. Ci provo ad essere rapido.
Dunque: catechesi al villaggio di Liman. Faccio la catechesi sulla Ascensione del Signore, seguendo il programma del testo di catechesi. Argomento impegnativo. Con la mia gente devo comunicare cose reali, sperimentabili, incontrabili. Un Salvatore che sale al cielo è poco incontrabile. Non vi ripeto la catechesi, ma ho visto una grande attenzione: quando parlo delle stelle del cielo, faccio sempre colpo. Le stelle le vedono tutti. Anzi, qui si vedono meglio, sembrano più vicine. E se gli dico che Gesù è sopra le stelle, perché il Padre è il creatore di tutte le stelle, e quindi è più grande di loro, e Gesù è ritornato alla casa del Padre, e lì ci aspetta…. mi ascoltano a bocca aperta! Beh, non proprio a bocca aperta, qui non si usa rimanere a bocca aperta. Ma è per spiegarvi come ci rimangono!
Durante la catechesi, in realtà, sono disturbato da due cose bellissime: anzi, da due bambini bellissimi.
Il primo è Papa Francesco. Come? Non lo sapete ancora? Di Papa Francesco ce ne sono due. Uno vive a Roma, esattamente in Vaticano. E l’altro vive a Bigene, esattamente nel villaggio di Liman. Questo è il nome che i genitori gli hanno dato, in ricordo della visita recente di Francesca e del nuovo Papa di Roma. Bene. Papa Francesco sta meglio. Era nato con un piccolo disturbo, non so dirvi bene. Una specie di infezione che poteva degenerare e portare il bimbo, di pochi giorni, in pericolo di vita. Maria Antonietta ha riconosciuto il problema e lo ha subito curato. Adesso il mini-bimbo ha preso vivacità e si relaziona bene con il mondo circostante: apre bene gli occhi, si gira con la testina, tira anche le manine, comincia a fare i primi versi che fra un anno diventeranno parole. Insomma: Papa Francesco è guarito.
Il secondo bambino che mi distrae è Luigi. Ho uno sguardo particolare verso questo bambino: porta il nome di mio cognato Luigi, una persona a me molto cara, e che ha lasciato un grande vuoto nella ma famiglia. Il piccolo Luigi era entrato nella fase di denutrizione, un anno fa. Lo abbiamo subito alimentato al Centro Nutrizionale della missione, con l’aiuto anche delle persone del villaggio. Non mangiava, era sempre triste, si appartava spesso da solo, schivando la compagnia dei suoi coetanei. Bene. Adesso luigi è pienamente ristabilito. Per la prima volta l’ho visto sorridere. Anzi: è diventato quasi più birichino degli altri, andando a disturbare e scherzare con tutti i bambini, e quando lo richiamavo all’ordine, si metteva a ridere in un modo così bello, che mi disarmava. Come si fa a rimanere seri con un bambino che ti sorride a 90 denti????. Beh, forse non sono 90. Saranno 70??? Insomma, non ho voglia, adesso, di mettermi a contare i denti! Ma che bello vedere Luigi totalmente ristabilito e in forma. Lo avrei mangiato di baci!!!
Terminata la catechesi, il capovillaggio e i giovani animatori della evangelizzazione mi chiedono di aiutarli per mettere il cemento sui muri esterni della chiesetta, costruita da un anno con gli aiuti che don marco ha raccolto nel Seminario Diocesano di Foggia. Queste persone meritano di essere aiutate. Il cemento servirà a rendere la costruzione, con i mattoni di argilla, più forte dalle infiltrazioni dell’acqua durante le grandi piogge che tra poco arriveranno. Gli dico che se il preventivo non è alto, potremmo mettere il cemento anche dentro i muri interni: ci sarebbe più pulizia a rimanere dentro la chiesa. Vi assicuro che hanno accettato la mia proposta.
All’uscita dalla catechesi una signora mi avvicina, e con un ragazzo che fa da interprete, e con un po’ di vergogna, mi chiede aiuto. Per farla in breve, e se non vi schifate, la signora mi racconta che ha i vermi in pancia. E che sta male. Rapida la risposta: andiamo subito in ospedale, a Baro. L’infermiere Beto sa molto bene come curare questa situazione, purtroppo diffusa tra la mia gente. Dal suo sguardo capisco che non ha i soldi per pagare le medicine, e la mia risposta la tranquillizza: “Se vieni con me in ospedale, il Signore provvederà a tutto”. Dico sempre così, per aiutarli a curarsi in ospedale e non andare nelle mani dei “curanderi” tradizionali che spesso fanno intrugli più pericolosi delle malattie stesse.
Andiamo a Baro per la seconda catechesi facendo a gara a chi arriva prima: se io con la macchina o il giovane Braima con la bicicletta. Lo lascio vincere, ma lui se ne accorge che ho rallentato, e non mi vuole superare: sembriamo due comici….
A Baro la catechesi la faccio sulla Pentecoste che celebriamo domenica prossima. Parlare dello Spirito Santo è dura. Quando si parla di spiriti, da queste parti, c’è sempre un certo timore, se non paura. Ma si fidano di quello che racconta il libro degli Atti degli Apostoli. A Gerusalemme vi erano tante popolazioni, anche africani: hanno visto, hanno sentito. E poi hanno raccontato. Quello che è scritto sul Libro, per i miei fedeli, è da prendere sempre con serietà. A volte penso: la sacra bibbia è l’unico libro che hanno nelle loro mani. Almeno nelle mani di qualcuno che sa leggere. Non esistono altri libri nei villaggi. O forse ci sono, ma devono essere veramente pochi. Anche qui ottima catechesi. Nel senso che la seguono con attenzione, con il desiderio di capire, di imparare.
Finita la catechesi mi fermo con gli anziani del villaggio di Sidif Balanta: mi hanno portato l’elenco delle spese che hanno già sostenuto con i primi 500 mila franchi che ho già consegnato per la costruzione della nuova scuola del villaggio. Anche questi si meritano il nostro aiuto. Lascio nelle mani del capovillaggio altri 300 mila franchi (quasi 500 euro) per le spese necessarie al tetto della scuola: fogli di zinco da inchiodare alle leggere travi di palma. Mi accorgo che fanno le previsioni per poter spendere bene, come un buon padre di famiglia. Il prossimo anno dovremo mettere il cemento, le porte e le finestre, i banchi….. insomma: una scuola da completare. Ma che soddisfazione poterli aiutare e vedere i loro sguardi così riconoscenti!!!
Scappo al villaggio di Masasu: Antonio mi aspetta per benedire gli inizi dei lavori di costruzione della sua nuova casa. Lui vuole che sia benedetta prima e dopo i lavori. Quella che aveva l’ha persa (discussioni familiari, che lui ha subito senza reagire) e da un anno vive un una piccola baracca. Lui, la moglie, la suocera ammalata, 5 bambini sorridenti sempre. Qui, veramente, tutti i bambini sorridono sempre! Mi ha chiesto un aiuto per il tetto. In via eccezionale gli ho promesso questo aiuto. Lo merita. Spero che non lo dica in giro: mi troverei con centinaia di domande per rifare i tetti delle case!!! Aiutare a costruire chiese e scuole riesco a farlo. Ma le case personali diventerebbe impossibile. Comunque Antonio merita questo aiuto. Fidatevi.
Dopo Masasu continuo per Mansacunda Ovest: voglio vedere a che punto sono i lavori per la costruzione del pozzo d’acqua de villaggio, offerto dalla parrocchia di S. Giovanni Battista di Foggia. Ho promesso a Gaetano che avrei mandato le foto, e sono curioso di vedere a che punto è la costruzione. La ditta è proveniente da S. Domingos, dopo Ingoré sulla strada per il Senegal, e sono ben organizzati. Il pozzo è proprio bello, fatto bene. Non posso incontrare il capovillaggio perché è fuori sede, ma le persone mi riconoscono, e vengono verso di me. Gli insegnanti delle due classi scolastiche sono costretti a interrompere le lezioni: i bambini cantano la mia canzone a squarciagola per farsi sentire. Ma che cosa grande donare l’acqua ad un villaggio. Vi lascio immaginare il clima di festa…. Ormai è passata l’una, e devo rientrare. Ma non finisce: Sabel, del villaggio di Djebacunda, vicino a Masasu, ha saputo da Antonio che sono andato a benedire la sua casa, e allora mi aspetta in mezzo alla strada: devo benedire anche la casa di Sabel, che è in costruzione. Chiama tutti i suoi figli, anche lui 5. Tutti sporchi impastati di argilla e con le manine giunte fanno anche loro la preghiera. Ma come non benedire questa gente così bella e pura???
Pensate che abbia terminato??? No. Perché a Baro, sulla strada del ritorno, mentre mi fermo per raccogliere i mango da portare sulla mia tavola (non potete immaginare quanto piacciano a don Marco), un signore che a me sembrava poco partecipe alla catechesi, mi racconta una cosa triste della sua vita, terminando con queste parole: “Io sono un uomo della catechesi. Io sono un uomo della preghiera. Non posso denunciare quella persona che mi ha fatto del male”. E io lo giudicavo poco attento…. Ivo, Ivo, quando capirai che non devi giudicare????
Basta. Mi fermo qui. Ma ritorno alla domanda iniziale: che razza di missionario sono? Questa domanda mi rimane dentro tutto il giorno. Sono qui per annunciare Cristo Signore o sono qui per fare il costruttore??? O sono qui per fare le due cose assieme??? E le devo fare assieme? O devo lasciar perdere le costruzioni?
Mi chiedo seriamente se è così che devo comportarmi. Non sto scherzando. È veramente questo che il Signore vuole da me??? Vedo che curare le persone, costruire chiese, scuole, pozzi, case fa bene alle persone, e non potrebbe essere diversamente. E forse l’annuncio di Cristo, senza dare una mano reale, potrebbe essere poco credibile. Ma Cristo ha bisogno che io usi i mattoni? E se non avessi tutti gli amici che mi sostengono per mettere i mattoni???
Questa è stata una giornata un pochino particolare. Lo ammetto. Però: domani vado a vedere la costruzione della scuola e della chiesa a Tambadjam….
Seriamente: se ve la sentite di aiutarmi a capire meglio, vi sarò grato. Anch’io ho bisogno di essere aiutato a capire il mistero della vita di un missionario che annuncia Cristo con le parole e con i mattoni. Grazie.

16 Maggio 2013 - Suor Narliene Melo del Brasile farà la sua professione perpetua tra le Suore Oblate il 7 giugno prossimo, Festa del Sacro Cuore. Accompagniamola con la nostra preghiera. Poi sarà nella missione di Bigene dal prossimo settembre. Grazie a Dio!







Ho terminato di spedire tutte le schede informative sulle adozioni scolastiche dei bambini della scuola della missione di Bigene e delle scuole comunitarie dei villaggi di Bigene aiutate dalla missione. un lavoro lungo, iniziato a marzo. Mi rendo conto che sono in notevole ritardo. Ma, credetemi, sono poche le giornate in cui posso mettermi a compiere questo lavoro, che richiede tempo e pazienza.
Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno aderito alle adozioni del presente anno scolastico 2012-13: siete più di 130. In particolare vorrei ringraziare le comunità che si sono adoperate a questo sostegno importante per la scuola dei nostri bambini: le parrocchie di S. Pietro e S. Giovanni Battista a Foggia; la parrocchia della Esaltazione della Santa Croce a Cervarese S. Croce (Padova), i reparti di Riabilitazione Universitaria, Ostetricia e Ginecologia, Dipartimento Neuroscienze dell'ospedale di Foggia, la scuola Catalano di Foggia.
Per chi desidera iniziare una adozione, chiedo di contattarmi in privato: c'è spazio per tutti. Grazie ancora, a nome di tutti i bambini. Che il Signore vi benedica."

18 Maggio 2013 -
"Senza la vostra carità io avrei potuto fare poco o nulla; con la vostra carità abbiamo invece cooperato con la grazia di Dio ad asciugare molte lagrime e a salvare molte anime". don Bosco e don Ivo. Don Bosco è una montagna. Don Ivo è un sassolino. Non c'è paragone! Ma faccio completamente mie queste parole di un grande maestro e missionario della mia vita e del mio sacerdozio."

Villaggio di Indjaf. Questo è un altro pozzo nuovo per gli abitanti di questo villaggio che si trova vicino a Baro. Questa opera è finanziata da un donatore che chiede l'anonimato, della città di Foggia. I lavori sono a un buon punto: il pozzo è profondo già 17 metri, e c'è già acqua nel fondo. Ma occorre proseguire di un altro paio di metri, affinché l'acqua sia abbondante per tutte le necessità del villaggio.

Don Marco: Oggi torno a Bigene dopo una assenza di più di 5 giorni per incontri vari. Possibile che già mi manchi? Solitamente non sono un romanticone!"
Don Ivo dice così: "e fai presto! ti ho rimesso in ordine la camera, lucidato i lampadari, ripittato il bagno e verniciato il letto. basta che torni!"
Torno a casa entro in bagno e cosa trovo?
Noooooooooo!!! Erano giorni che mi crescevo la lucertola nella mia camera. Si, mi crescevo. Se non lo sapete le lucertole, qui a dire il vero sono gechi, mangiano le zanzare. La mia era molto piccola, ma doveva mangiare per crescere. Io le lasciavo il suo spazio. Se mi alzavo di notte e la vedevo nel bagno impaurita perché avevo acceso la luce, le chiedevo scusa, spegnevo la luce ed uscivo.
Torno a casa e la trovo nel bagno, ma stranamente non scappa. Si sarà abituata a me, mi dico. Invece no è morta. Molto probabilmente l'assassino è un ragno schifoso che mi sono ritrovato in bagno insieme a lei. Poverina.
Ma non basta. Alzo le assi di legno della doccia per far scorrere l'acqua ed annegare il ragno maledetto e cosa vedo?
Una rana. Ma come ha fatto a stare lì che è più grande del buco dello scarico della doccia?
Mi armo di scopa per vedere di cacciarla e come mi vede minaccioso, degna di un tuffatore olimpionico fa un leggero balzo e "pluf" si butta nello scarico della doccia, più piccolo di lei. Le rane....
Naturalmente adesso ho sigillato lo scarico della doccia con il suo tappo, ho annegato il ragno ed ho dato una degna sepoltura al mio geco.
Morale della favola: non credete a don Ivo quando dice di aver fatto cose carine nei miei confronti…
...
Don Marco: "Mi è successa una cosa che non è mai successa:
Oggi pomeriggio è venuta a bussare alla nostra porta di casa questa ragazzina. Fin qui niente di strano, la conosco è venuta anche gli altri anni per vendere le banane. Se ricordate su una foto dell'anno scorso aveva le treccioline con le punte rosse.
Esco, le chiedo quanto costano le banane che sono piccoline, ma sono saporite.
Tre banane 100 Franchi (15 centesimi). Ne prendo nove. Lei mi fa la faccia dolce e mi chiede di prenderne altre. Ne prendo altre nove.
Sto per rientrare in casa quando mi chiede una cosa che non capisco. Mi avvicino per capire meglio, gesticola, ma proprio non capisco. Poi cambia parola e dice "amendula" cioè caramella! Entro e gli prendo un po' di caramelle.
Fin qui tutto normale, mi vende le banane e cerca di vendermene di più, mi chiede le caramelle, che c'è di strano. Ma mentre sto per rientrare la seconda volta mi chiede una cosa. Strano quello che mi chiede, forse non ho capito io... mi avvicino e ripeto quello che mi ha chiesto e lei fa "uhm" (un modo per dire sì!).
Mi ha chiesto "mi fai una foto?" Nessun ragazzo mi ha mai chiesto uno foto. I giovani sì, i grandi sì, e poi mi chiedono di stamparla e di dargliela, ma mai un ragazzo o un bambino.
Prendo la macchinetta, la faccio mettere in posa, le faccio queste tre foto e poi gliele faccio vedere dalla macchinetta. Contenta, stranita, ma felice mentre se ne va mi dice: "ci vediamo domani"
Ma io non ce la faccio a mangiare 18 banane in un giorno? Potrebbero farmi male!!!"

20 Maggio 2013 - Nuova chiesa nel villaggio di Bambea. Rispondendo alla domanda dei cristiani del villaggio, che adesso hanno anche i primi battezzati, la missione aiuta a costruire piccoli edifici di culto, che saranno utilizzati per la catechesi settimanale e per la preghiera. I muri si stanno alzando in mezzo ad una vegetazione molto varia: mango, cadjù e foroba. Uno splendore."

23 Maggio 2013 - Per la gioia di tutti i giovani di Saiam Balanta e di tutti gli interisti sparsi per il mondo... nel container sono arrivate anche queste meravigliose e strepitose magliette nuove. Direttamente da Milano. Anzi: proprio dalla INTER di Milano, dai suoi magazzini. Che vi posso dire? Grazie INTER!!!!! Amala!!!!!
Ps. per gli amici delle altre squadrette italiane: io ho consegnato le bellissime magliette dell'Inter solo a 2 villaggi. Se vi date da fare, ci sono altri 56 villaggi che possono diventare di altri colori! C'è posto! Basta volerlo!
Ps. 2: un ringraziamento particolare ad una persona che ha potuto organizzare questa grande opera. Grazie Lucia !!!

E questa è la bella chiesetta del villaggio di Liman, costruita lo scorso anno. Il capovillaggio, assieme ai giovani, mi ha chiesto un aiuto: mettere il cemento sui muri esterni della chiesa, così da proteggere meglio l'edificio in argilla dalle piogge africane. Possiamo non ascoltare la sua domanda? Non possiamo!!!! La chiesa è già stata finanziata, attraverso don Marco, dalla scuola e dal Seminario Diocesano di Foggia. Notate a destra della chiesetta: la baracca è la scuola per i bambini piccoli del villaggio. E' al suo primo anno di attività: se continua ad andare bene, provvederemo anche a costruire un edificio adatto ai piccoli. Notate due: avete visto la vegetazione? I grandi alberi verdi sono i mango, adesso pieni di frutti. In fondo, ancora spogli, sono i baobab. Con l'arrivo delle piogge riprenderanno tutta la loro vitalità.

26 Maggio 2013 - Villaggio di Kapal. Il nuovo pozzo è quasi completo. Mancano solo le rifiniture. Ma è già pronto per l'uso, anche se non è stato ancora inaugurato ufficialmente: i cristiani del villaggio vogliono organizzare una piccola festa per la apertura del pozzo nuovo. Il pozzo è realizzato con i contributi della Caritas della Chiesa Cattolica di Germania.
Però! Che soddisfazione!!!! Acqua pulita da bere. Per tutti. E per lavarsi, cucinare, dar da bere agli animali, coltivare gli orti.... Un pozzo d'acqua nuovo, con acqua abbondante e pulita, è una benedizione."

30 Maggio 2013 - Villaggio di Saiam Balanta. La struttura del tetto della nuova scuola prende forma. Le travi sono realizzate con il "sibi": un tipo di palma del posto, che dona un legno leggero e flessibile, ma anche resistente. Gli alberi di sibi sono stati tagliati dagli uomini, fatti a fettine manualmente e adesso inchiodati tra di loro, per accogliere il tetto formato da fogli di zinco."

Desidero ringraziare una istituzione che opera con attenzione al territorio e in collaborazione alla missione di Bigene: la CARITAS della Chiesa Cattolica della GERMANIA.
Collaborazione: la responsabile della Caritas Internazionale per la regione dell'Africa Occidentale (con sede a Dakar, Senegal) della Caritas tedesca, Dr. Cornelia Giesing, ha mandato a Bigene il suo incaricato per valutare assieme alla missione dove collocare i nuovi pozzi. Assieme abbiamo scelto i villaggi dove vi sono maggiori precarietà nella popolazione.
Aggiungo: altri organismi internazionali operano alcuni interventi sul posto, ma in forma totalmente autonoma, senza un discernimento con i missionari che, più di altri, conoscono la realtà locale. Non pretendo niente da nessuno, ma mi sembra doveroso sottolineare questa collaborazione che crea interventi più mirati alle necessità della popolazione.
Attenzione: perché la Caritas ha scelto di continuare a sostenere la zona di Bigene. Una tra le zone più deboli e povere di tutta la Guinea-Bissau, sede in un passato recente di continui spostamenti di popolazioni a causa di movimenti di ribelli senegalesi.
Il finanziamento della Caritas prevede la esecuzione di quattro nuovi pozzi a Baro (aiuto all'ospedale, vedi sotto), Baro Garandi (scarsità di acqua e aumento di malattie), Bunquilim (scarsità di acqua) e Kapal (scarsità di acqua, di cui ho parlato prima) e il restauro di due pozzi già esistenti a Kapal (per l'orto comunitario) e a Sidif Balanta (aiuto alla nuova scuola in costruzione).
I soldi di questo finanziamento non passano per la missione: la Caritas li consegna direttamente alla impresa locale che esegue i lavori. Ma mi sembra una opera così reale e utile, in collaborazione diretta con la missione, che voglio sottolinearla a tutti i nostri amici. Un vero grazie ai cattolici della Germania che permettono tutto questo va detto con tutto il mio cuore e con tutta la gioia di centinaia di persone che ricevono grandi benefici."

Villaggio di Baro. Nuovo pozzo anche al villaggio di Baro. Anche questo è realizzato con i contributi della Caritas Internazionale della Chiesa Cattolica della Germania. Siamo ancora nella fase della scavazione: il "bianco" è venuto a controllare....



31 Maggio 2013 - Nei mesi di gennaio-maggio 2013, presso il Centro di Recupero Nutrizionale della missione di Bigene, abbiamo aiutato 41 bambini denutriti, 72 bambini gemelli, 20 bambini orfani, per un totale di 133 bambini. Abbiamo aiutato anche 83 mamme in gravidanza e 105 mamme con difficoltà di allattamento, per un totale di 188 mamme. Le persone aiutate sono in tutto 321. Grazie a tutti gli amici che ci aiutano a aiutare.